Rollei SL 35 M

 

 


 

La Rollei SL 35 M

 

 

 

La prima serie di fotocamere Reflex slr, costituita da SL 35 e SL 350 non ebbe,  grande apprezzamento dal mercato; come spesso accade per le imprese sfortunate vive momenti di maggior gloria oggi proprio grazie al collezionismo.

La Rollei ebbe allora un’idea fulminante (sic!); perchè investire cospicui capitali nella progettazione di nuove fotocamere quando si possono prendere dal cassetto progetti già esistenti e dar loro nuova vita?

Ecco quindi che si decise di acquisire un vecchio progetto dalla Zeiss Ikon, la reflex SL 706; dal disegno di quest’ultima nacque nel 1975 la nuova serie che avrebbe generato due fotocamere:

la SL35 M

 

  e la SL35 ME.

 

Le due macchine, pressoché identiche nella struttura esterna somigliante, per dimensioni peso e discrezione del design, ad un panzer tedesco avevano una diversa dotazione tecnica; la SL35 M era una semplicissima macchina ad esposizione totalmente manuale assistita da un esposimetro al CDS con taratura da 12 a 1600 ASA ; l’esposimetro con tendina orizzontale aveva tempi da 1/2 sec. a 1/1000 mentre la dotazione ottica standard consisteva nel classico Planar 50/1,8 Made by Rollei. Sia per la macchina che l’obiettivo la produzione fu esclusivamente Made in Singapore e il totale costruito fu di 63.800 unità ai quali bisogna aggiungere la sorella gemella marcata Voigtlander VSL1 di cui nacquero 20.800 unità.

La disposizione dei comandi era quanto di più razionale (e tradizionale si potesse desiderare); sulla destra del pentaprisma il selettore dei tempi con il pulsante di scatto, mentre a sinistra si trovava il selettore delle sensibilità dell’esposimetro, coassiale al manettino di riavvolgimento che, sollevato, apriva il dorso. Frontalmente vi erano invece la levetta dell’autoscatto a sinistra, mentre a destra si trovavano il pulsante per lo sblocco dell’ottica di colore rosso come di consueto ed il pulsante per la chiusura manuale del diaframma per visualizzare la profondità di campo. Infatti la SL35 M era dotata  (quale meraviglia)  di lettura a “Tutta Apertura”. La batteria che alimentava il circuito esposimetrico era una PX 625 da 1,35 V per il cui reperimento vale l’annotazione già fatta per la SL35. Se trovate una SL35 M con l’elettronica in ordine (era il tallone d’Achille), compratela! Avrete un secondo corpo da poter usare anche in trincea.

  Roberto Mirandola

 

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