La GA MI 16  

 

 


La GA MI 16

 

 

 

Un sussulto di orgoglio

 

In questo sito dedicato alla Rollei abbiamo spesso parlato anche di prodotti di altra marca con lo scopo dichiarato di ricercare paralleli col nostro marchio preferito e anche per estendere i temi trattati.

Lo scritto del nostro Presidente sulla Rollei 16 mi dà lo spunto per ricordare un altro apparecchio, nato per utilizzare la pellicola 16 mm,  ai vertici della categoria: la GA MI, prodotta nelle Officine milanesi della Galileo.

Infrango per la prima volta la regola che mi ero imposto, di scrivere solo in relazione a esperienze concrete: la GA MI non fa e non farà mai parte della mia collezione poiché l’età e le sfavorevoli prospettive sconsigliano una scorribanda in settori fino ad ora inesplorati.

Ma penso sia doveroso ricordare, sia pure sulla base del materiale cartaceo ed elettronico a mia disposizione, questo gioiello di micromeccanica, anche per segnalare con ben giustificato compiacimento che la realizzazione è stata tutta italiana.

Ancora si deve porre in rilievo che l’apparecchio venne corredato di una serie di accessori, tutti effettivamente prodotti e messi in commercio e proprio per questo i fortunati possessori possono ancora sfruttarne le possibilità.

La Rollei 16 è un capolavoro da vetrina poiché gli appositi caricatori non sono più reperibili. La Rollei 4x4 può essere sfruttata con notevoli difficoltà poiché la pellicola 127 si trova solo per corrispondenza. La GA MI è ancora fruibile, sol che si disponga dell’apposita taglierina e della bobinatrice che consente di ricavare la pellicola da 16 mm non perforata da una striscia 35 mm.

Comincio con un po’ di storia e confesso anzitutto che le notizie sono state ricavate anzitutto da un pregevole articolo di Danilo Cecchi, apparso sul n. 13 di Classic Camera, dal bellissimo libro di difficile reperibilità di Mario Malavolti “le fotocamere Galileo”, dalla Guida Fotografica Vasari dell’anno 1960. Una vera e propria miniera di notizie utili è il sito

www.gami16.it

dove possiamo trovare copia del libretto di istruzioni e alcune fotografie realizzate in epoca recente da appassionati del modello. Le immagini sono "mie" nel senso che pur se sono partito da files scannerizzati o scaricati, tante e tali sono le modifiche che nessuno potrebbe ravvisare l'originale e dolersi di una violazione del diritto di autore, come non può dolersene il poeta la cui opera venga utilizzata come spunto per una ricostruzione storica o per una diversa composizione

La presentazione ufficiale della GA MI  avvenne alla XXXI Fiera di Milano, nell’anno 1953 ma la  progettazione già era in corso negli ultimi anni della seconda guerra mondiale, quando si pensava alla riconversione dell’attività produttiva, dall’industria bellica a quella civile.  La produzione proseguì fino ai primi anni '60, quando, scomparso il progettista ing. Ambrogio Carini, la produzione ottica di Milano venne spostata a Firenze. Il totale della produzione viene indicato intorno ai 5.000 pezzi, un numero che può far sorridere se paragonato ai vari modelli Rollei ma non trascurabile per un apparecchio palesemente di nicchia che non poteva certo essere usato per ogni occasione.

Danilo Cecchi riferisce che il prezzo sul mercato americano si aggirava, negli ultimi anni ’50 del secolo scorso, sui 300 U$. Se la memoria non mi tradisce, il cambio U$ - lira era 1/625.  Nella Guida Fotografica Vasari dell’anno 1961 il prezzo sul mercato nazionale è indicato in lire 130.000.

La Rollei 16, presentata nell’anno 1964 (e per quanto ricordo degli anni della mia gioventù in quel triennio l’inflazione aveva cominciato a galoppare) costava lire 105.000.

Il prodotto nazionale costava dunque almeno un 30%  in  più rispetto a quello germanico e questa è stata probabilmente la ragione per cui l’industria fotografica italiana non ha retto la concorrenza con quella tedesca (che a sua volta si è arresa di fronte alla concorrenza giapponese).

Resta la constatazione che l’ingegno italiano ha saputo ancora una volta progettare un apparecchio innovativo, realizzato con materiale di pregio, montato da manodopera di altissima qualificazione (un gruppo di tecnici di cinque – sei unità), che sfida gli anni, al punto che vengono ancora pubblicate su internet immagini realizzate in epoca recente.

Si tratta ovviamente di una gara con se stessi  poiché l’uso della GA MI 16 presuppone la disponibilità della taglierina, della bobinatrice, di almeno un caricatore riutilizzabile, della sviluppatrice, di un ingranditore in grado di ospitare un negativo così piccolo e soprattutto … della bravura per trattare il materiale sensibile nelle varie fasi in modo da evitare che danni microscopici risultino palesi nella stampa 10x15 ottenuta con un ingrandimento di dieci diametri, quanto basta per ricavare da un fotogramma Rollei un ingrandimento di 60x60 che si guarda ad un metro di distanza.

Potrei andare avanti a lungo, ma vi darei notizie ricavate dal libretto di istruzioni pubblicato nel sito web sopra indicato. Vi suggerisco piuttosto di andarlo a visitare direttamente in ogni sua sezione.

Mi limito ad un parallelo fra la GA MI e la Rollei 16 e faccio notare che se il prezzo avvantaggiava la seconda le caratteristiche generali erano migliori per la prima. L'obbiettivo era un Esamitar sei lenti dall'apertura di 1/1,9, eccezionale per l'epoca, corretto per il colore e per il microfilm contro un onesto Tessar quattro lenti, dell'apertura massima 1/2,8. L'otturatore dà i tempi da 1/2 a 1/1000 di secondo mentre la Rollei va da 1/30 a 1/500.  Nella GA MI l'apertura dell'antina di protezione carica un motore a molla che consente di effettuare non un solo scatto ma ben tre prese in sequenza senza ulteriori manovre. Nella GA MI il filtro è incorporato e può essere inserito con una levetta. Ancora nella GA MI l'esposizione è controllata dall'operatore il quale può avvalersi di un esposimetro ottico ad estinzione (non suscettibile d'invecchiamento) nella Rollei 16 l'esposizione è automatica e comandata da una cellula al silicio. Infine la GA MI ha il telemetro accoppiato funzionante anche con la lente addizionale per foto fino a 25 cm (utile certo per la riproduzione di documenti).

Un punto di forza della GAMI è dato dagli accessori, purtroppo assai costosi. Troviamo due aggiuntivi tele 4x e 8x, prisma da applicare al mirino per fotografare senza essere notati, taglierina per film e bobinatrice, sviluppatrice, ingranditore dedicato, lente addizionale, visore per diapositive ... in totale secondo la Guida Fotografica Vasari dell'anno 1951 per circa 320.000 lire, sei stipendi di Altair all'inizio della carriera, oltre a 130.000 per l'apparecchio.

L'apparecchio è abbastanza raro ma praticamente introvabili sono gli accessori.

I fortunati proprietari hanno quindi da rallegrarsi per il possesso di un siffatto capolavoro!! 

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ALTAIR

 

 

 

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