Le Rollei moderne


Dal secondo al terzo millennio

 

 

Di solito chi vuole parlare delle biottica esordisce richiamando quell'evento che doveva segnare la storia della fotografia, quando nell'anno 1929 il genio di Reinhold Heidecke riuscì a trasformare in fenomeno di massa un'idea  che pareva destinata ad attuarsi solo in esemplari a livello di poco superiore al prototipo.

Vogliamo seguire una strada diversa, nella speranza di fornire qualche notizia interessante per tutti i rolleisti senza rimasticare quello che altri hanno già scritto meglio di come riusciremmo nella nostra modesta prosa.

La biottica è ancora viva, e non solo perché esemplari che hanno oltre quarant'anni vengono custoditi dai rolleisti con amorose cure e utilizzati in concorrenza con apparecchi più moderni (che al confronto si rivelano sempre perdenti). La produzione sembra infatti destinata a continuare oltre che per esemplari con finiture particolari (e non sempre sobrie come vorrebbero gli appassionati), per apparecchi  pensati in vista di un uso dilettantistico e professionale.

Invero  l'attuale produzione, nelle versioni X e W, appare finalizzata ad un rilancio della biottica; corre voce che la gamma dei prodotti debba a breve arricchirsi di una rinata Telerolleiflex.

Per ora dobbiamo dunque contentarci della bella coppia di seguito raffigurata in miniatura; cliccando potete vedere l'immagine ingrandita.

 La serie assume la sigla F, quasi a ricordare i più progrediti modelli 3.5 e 2,8 degli anni di maggior successo.  La finitura  in pelle lavorata a lucertola con parti metalliche cromate sembra studiata per far capire che l'apparecchio deve lavorare e non solo mostrarsi in vetrina. La 2,8/80 è indicata come 2,8 FX, la rinata grandangolo come  4,0 FW. Unica visibile differenza è data dalle maggiori dimensioni dell'ottica da cui si può  individuare la grandangolo.

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Il corpo macchina è identico, salvo le indispensabili modifiche di dettaglio.

Identica è la scatola di cartone grigio, dello stesso tipo utilizzato anche per le reflex SL. L'aspetto è decoroso anche se non suggestivo come quello di una volta. La dotazione comprende  apparecchio con copriobbiettivo, protetto da  due gusci   di espanso ove, in appositi alloggiamenti,  si trovano anche cinghia in pelle nera con i classici attacchi Rollei, batteria di alimentazione del circuito esposimetrico, libretto d’istruzione, in inglese e tedesco (per la FW ne ho avuto anche uno in spagnolo) che  tratta di entrambi i modelli.

Rispetto alla GX unica novità (o piuttosto ritorno all'antico), sono i classici attacchi Rollei per la cinghia. Questa è di un bel colore nero;  tale è anche il colore della borsa pronto per la grandangolo, realizzata con materiale di ottima qualità e non troppo "maestosa", come consentono le dimensioni non eccessive dell'apparecchio.

 

 

 

Alla verifica è risultato che, attesa la modesta differenza dimensionale dei due apparecchi, tale borsa può alloggiare dignitosamente la FX, senza dare l'impressione di un ripiego. Altezza e larghezza coincidono mentre la FW è più lunga di soli mm 10 contro i 24 della grandangolo classica che rendevano necessaria una borsa del tutto diversa.

E' interessante constatare che la borsa lascia perfettamente accessibile la slitta e pertanto è possibile installare un flash o una livella a bolla senza estrarre la macchina.

 

 

Il frontale, in un solo pezzo e senza la tradizionale cerniera, può essere rimosso agendo sul solito congegno, in modo da usare agevolmente la macchina senza impaccio

 

 

 

Anche da questo particolare appare evidente l'intento di semplificare e ciò non sempre piace agli appassionati (qualcuno mi ha detto che quando maneggia la sua GX ha la sensazione di usare una T piuttosto che una F).

Diciamo anzitutto, a parte questo dettaglio, cosa manca.

E' scomparso il “tasto” e prima di chiudere il dorso macchina dobbiamo allineare la freccia esistente sulla carta ai soliti punti rossi.

Manca l’autoscatto che non si usa quasi mai (su vecchie Rollei  per il resto perfettamente funzionanti va spesso risvegliato dal lungo sonno  con opportuno intervento in laboratorio), ma può in qualche caso prevenire il mosso.

I perni di guida delle bobine pellicola non hanno un fermo in posizione di aperto e neppure il blocco a dorso chiuso.

Manca il fermo di sicurezza del contatto flash sul frontale.

La profondità di campo viene indicata dalla  duplice sequenza dei diaframmi ed è scomparso quel piacevole (ma forse come chiarisco tra poco non del tutto funzionale) gadget  dato dalla  striscia bianca che si allarga man mano che  si riduce il diaframma.

E' scomparso l'indicatore del tipo di pellicola usata, sostituito da una sede sul dorso, per vero graziosa come guarnizione, destinata al poco probabile uso di contenere l'etichetta strappata dalla confezione.

 

 

La 2,8 FX monta un copriottica  con attacco sulla baionetta interna dell’obbiettivo di mira e cerniera centrale; per la FW, che pure presenta la classica baionetta IV, è invece in un sol pezzo e si installa a scatto, come per la Rolleicord e per la  Rolleiflex modello T. Devo dire però che tale protezione   si presenta bene ed è anche pratica nell'uso.

 

 

 

 

 

E poi i rolleisti ben sanno che in taluni esemplari, per il resto in ottime condizioni pur se vissuti (o forse proprio perché usati molto, in modo da mantenere in efficienza i vari meccanismi)  la baionetta  presenta evidenti ricordi lasciati da  tappi metallici diligentemente montati e rimontati.

Le carenze sono però di scarso rilievo e anzi la scala della profondità di campo induce a pensare in termini numerici piuttosto che visivi e facilita la regolazione del fuoco  sull’iperfocale di un diaframma inferiore rispetto a quello che si imposta,  col risultato di garantire meglio forti ingrandimenti.

La grandangolo ha perso la possibilità di  far ricorso al  mirino a traguardo. E infatti scomparsa la  lente che nella versione classica ampliava il campo di mira e  l’oculare è stato chiuso. È vero che la mira ad altezza d’occhio, con l’impiego della lente di ingrandimento, consente pressappoco lo stesso risultato e vi è poi sempre la possibilità di alzare le braccia e rovesciare l’apparecchio, ma per soggetti in rapido movimento il vecchio traguardo può sempre risultare utile.

Il cappuccio può essere rimosso e il   pentaprisma classico si adatta perfettamente. Chi prevede di scattare molte foto con mira ad altezza d'occhio può sempre procurarsi questo accessorio (fra l'altro ancora in catalogo, ad un prezzo invero di affezione)

L’otturatore non è un Synchro Compur ma un Seiko (e questo contribuisce a spiegare la mancanza dell’autoscatto).  È noto che il Compur è praticamente indistruttibile e qualsiasi laboratorio attrezzato è in grado di riportarlo a condizioni ottimali di funzionamento. Solo l’uso prolungato potrà dirci se il prodotto più giovane è all’altezza di quello tradizionale.

Il complesso funziona comunque a meraviglia e la silenziosità è notevole, forse ancora migliore rispetto allo standard cui ci aveva abituato il Compur.

È stata mantenuta la classica base scanalata. Con la grandangolo non è possibile l'uso del  Rolleifix classico poiché la leva di chiusura è troppo larga; è singolare la compatibilità  con  l'attacco rapido della cassetta stagna, peraltro del tutto inutile poiché  per pochi millimetri non è possibile sistemare l'apparecchio all'interno. Perfettamente a suo agio nella cassetta è invece la FW,  pur se occorre sostituire il cuscinetto standard con quello più sottile.

La novità più significativa rispetto alla produzione classica è l'esposimetro con lettura TTL, già presente sulla GX. Sul lato superiore dello schermo, a leggera pressione sul pulsante di scatto,  entra in funzione una scala di 5 led che indicano sovra e sotto esposizione di ½ stop o superiore e l’esposizione esatta. Poiché la  lettura avviene in prevalenza al centro è possibile valutare la luce delle varie zone del soggetto puntandole  e leggendo di volta in volta il risultato.

Lo schermo offre luminosità e  definizione incredibili  e la zona centrale a microprismi rende agevole la messa a fuoco; lo stigmometro svolge bene il proprio compito. In pratica  è possibile effettuare la messa a fuoco e la composizione del quadro con l’apparecchio tenuto in posizione dalla cinghia, senza  verifica con la lente anche da parte di chi ha qualche problema di vista che vorrebbe vederci meglio.

Altra novità rispetto alle Rollei classiche, anch'essa introdotta con la GX,  è la slitta con  contatto caldo sistemata in basso, sul fianco sinistro. E' così possibile fare a meno della staffa per il flash, almeno se si usa un lampo pilota destinato ad agire su altre unità dotate di fotocellula.

 

 

E' vero che il lampo  laterale non copre il campo di un grandangolo e manifesta i sui limiti anche con un obbiettivo normale ma è ormai normale disporre di flash attivati da fotocellula e pertanto alla macchina può essere collegato un apparecchio di modesta potenza mentre la vera illuminazione è fornita da apparecchiature esterne.

I due apparecchi possono funzionare in TTL flash ma proprio per la possibilità di usare due o più lampeggiatori in contemporanea questa opzione non mi sembra così interessante.

La slitta consente l'impiego di una livella fra le tante in commercio; è quindi agevole   mettere in bolla l'apparecchio e ridurre la deformazione prospettica, ovviamente più sensibile per la grandangolo.

 

 

 

Non so per qual ragione la F&H non ha istallato, sui modelli che hanno seguito  la Standard  Alt dell’anno 1932, quella utilissima bolla incollata in un angolo dello schermo di  messa a fuoco. E' vero che la reticolatura serve ottimamente allo scopo, ma, specie per soggetti che presentano poche linee dritte,  è utile un migliore controllo.

Il caricamento della pellicola è facile; la molla sulla bobina inferiore trattiene bene il rullo ed esclude ogni possibilità di movimenti che allentino la carta e facciano velare la pellicola; tuttavia l’avanzamento è dolcissimo, come sulle Automat di una volta.

Lo scatto fa bene il proprio lavoro e consente di restare pronti all'azione senza rischio di   esposizioni non volute; la prima parte della corsa mette in funzione il circuito esposimetrico. La misurazione rimane attiva per circa 30 secondi più che sufficienti a verificare le  zone estreme del quadro che si vuole comporre. Segnaliamo un particolare che sembra finalizzato all'effettivo impiego: al  pulsante è avvitato un comodo bottone, rimovibile per il caso di ricorso al comando flessibile, che garantisce un comodo appoggio e previene  l'entrata di polvere.

 

Eravamo convinti di trovarci di fronte ad una novità della serie F poiché le   GX che avevo visto in fotografia ne erano sprovviste.

Ma sul sito www.leicatime.com vi sono alcune immagini di una bella GX Aurum, da cui risulta che in effetti la stessa è munita di quel comodo accessorio.

 

 

Per gentile concessione del sig. Luigi Crescenzi pubblichiamo la foto del particolare ed anche una del frontale di questo apparecchio appartenente ad una serie speciale

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Ma riprendiamo il discorso relativo ai due apparecchi della serie F.

Come abbiamo anticipato i due apparecchi hanno quasi tutto in comune e differiscono nell'ottica.

La FX monta un Planar 2,8/80 a 5 lenti HFT, made by Rollei  su licenza Zeiss, con baionetta III. I puri storcono inevitabilmente la bocca e vorrebbero piuttosto un Planar di madre certa, come scrive argutamente Derqui nel suo articolo sulle biottica grandangolari, a pag. 4 del bollettino del Rollei Club n. 3. Alla prova pratica va a meraviglia  come tutti gli obbiettivi Rollei fra i quali non si notano differenze,  almeno nell'uso corrente.

L’obbiettivo di ripresa della FW non è il mitico Distagon ma uno Schneider Super Angulon, peraltro di 50 mm anziché 55. La baionetta è la classica IV della grandangolo di una volta. Si tratta di un’ottica di altissimo livello (e poi molti rolleisti pensano che le ottiche Schneider  sono superiori alle Zeiss).  L’angolo di campo è di 75 ° contro i 71° del Distagon.

Viene fornito apposito paraluce, con la classica baionetta IV.

L'accessorio è molto bello e poco ingombrante

 

 

Oltre alla vista frontale ve ne offriamo una laterale.

 

 

 

 

E ancora vi facciamo vedere il prezioso accessorio, isolato dalla macchina.

 

Una curiosità: il paraluce che vedete pesa solamente 13 (tredici!) grammi. Lasciamo agli interessati il calcolo del prezzo per grammo.

L'obbiettivo della FW non è Made by Rollei  ma Schneider - KEUZNACH e quindi un Super Angulon originale e non costruito su licenza, come ben risulta dalla immagine che lo raffigura frontalmente con paraluce e da quella che segue e che potete ingrandire cliccando. In quest'ultima potete notare anche il  bottone di scatto con protezione, chiavistello di chiusura, la  baionetta IV.

 

 

 

 

L'esperienza con  la FX si limita per ora ad un solo rullo a colori, con risultati ovviamente all'altezza delle aspettative.

La FW è stata sfruttata di più, ma sempre poco per le sue potenzialità.

Valuteremo la possibilità di riprendere il discorso sulle Rollei moderne, quando la verifica sul campo sarà stata più ampia.

In questa pagina vi parleremo, si spera a breve, di altri modelli classici.

 

ALTAIR

 

 

 

 

 

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