Hostium rabies diruit

 

Ricordo dell'infanzia; quando i cieli d'Italia erano spazio di esercitazione per i bombardieri americani e inglesi e nessuno poteva frenare in qualche modo la distruzione feroce di civili inermi e di monumenti costruiti durante secoli di civiltà la propaganda giocò la carta del vittimismo, come se una guerra inutile e perduta in partenza fosse stata imposta da altri. Su una serie di francobolli che raffiguravano i tesori distrutti comparve la frase "hostium rabies diruit".

A sette anni non avevo alcuna cognizione di latino; è verosimile che la traduzione, la furia del nemico distrusse, sia stata opera di mia madre, professoressa di lettere.

Quelle parole mi sono tornate alla memoria nel settembre dello scorso anno, in occasione di un incontro sull'Appennino Ligure con un gruppo di amici del Rollei Club.

Ma procediamo con ordine: per chi ha vissuto buona parte dell'esistenza nello scorso secolo il Passo del Bracco, transito obbligato fra le province della Spezia e di Genova, suscita differenti ricordi.

Nell'immediato dopoguerra, quando ancora i treni funzionavano a singhiozzo, quel valico era stato scelto da bande di criminali per agguati ai pochi veicoli in transito.  Era normale procedere in carovana nella speranza di scoraggiare gli assalti col numero e ancora nei primi anni '50 i mitici Astore 500 Guzzi in dotazione alla Polizia Stradale avevano sul lato destro, sotto il serbatoio, apposito sostegno per il fucile mitragliatore.

Poi l'Italia fu pacificata, lo sviluppo economico generò l'incremento del trasporto merci e il valico fu invaso da autotreni che a ridottissima velocità affrontavano i tornanti. Per gli automobilisti era un tormento, tanto che fu attivato un servizio navetta per auto da Sestri Levante alla Spezia.

Infine fu aperta l'Autostrada e il valico, frequentato da turisti in cerca di luoghi meno noti e da motociclisti desiderosi di provare la piega delle loro cavalcature, conobbe una nuova vita.

Sul versante spezzino, a pochi chilometri dal punto più alto, sorge un simpatico paesino

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ricco di suggestioni ambientali. Bello e riposante era in particolare il laghetto artificiale

 

oasi di pace con aspetti di tipo alpino.

L'immagine che vi propongo è stata scattata con una Grandangolo Classica nei primi anni di questo secolo.

Ma nell'estate 2009 nel retroterra ligure si è scatenata la furia vandalica degli incendiari, ovviamente non identificati. Gli alberi secolari si sono ridotti a moncone, l'acqua è stata raccolta dagli elicotteri nel tentativo di contenere i danni.

Ed ecco il risultato .

Non sono più tornato sul luogo. Sarà facile riempire nuovamente il vascone ma gli alberi resteranno scheletri ancora per molti anni.  Conclusione: non lasciatevi scappare una vista suggestiva: domani potrebbe essere scomparsa.

OoOoOoO