Rollei 35 misteri dell'otturatore

E' nota ed accettata dai rolleisti quale caratteristica propria ed esclusiva della 35 l'esigenza di far rientrare l'obbiettivo solamente dopo aver caricato l'otturatore.

Evidentemente i progettisti hanno previsto tale uso … intensivo dei meccanismi interni ed in particolare delle molle che fanno scattare l’otturatore.

Purtroppo tale esigenza è nota agli appassionati della Rollei ma non a tutti coloro che operano nel mondo della fotografia se un mio familiare, dopo aver consegnato ad un negoziante ancora dotato di camera oscura una 35 Tessar cui si era strappata la pellicola se l’è vista riconsegnare con obbiettivo rientrato e otturatore bloccato.

A molti sarà venuta la curiosità di conoscere le ragioni di tale esigenza operativa.

Fino ad ora a me come ad altri appassionati della Rollei è rimasta inappagata la curiosità circa le ragioni di tale particolarità.

Ma da qualche tempo è attivo agli indirizzi


 

 

il Forum cui partecipano i soci del Rollei Club Italia (e molti occasionali appassionati. E così in relazione ad un quesito circa il funzionamento del bottone di sblocco dell'ottica, l'amico Tomash ha fornito una risposta, corredata da fotografie che raffigurano i meccanismi interni, con otturatore scarico e carico.

Però il Forum ha una sua … volatilità nel senso che a distanza di mesi, se non di settimane, è difficile rintracciare una risposta; penso quindi di far cosa utile se diffondo la spiegazione di tale anomalia, ampliandola col riferimento ad altre realizzazioni.

Si tratta di una scelta del costruttore, finalizzata a ridurre al minimo l’ingombro del barilotto porta obbiettivo, pur consentendo che questo, in posizione di riposo, rientri nel corpo macchina.

Negli apparecchi con otturatore a tendina l’otturatore si trova ovviamente nel corpo macchina, mentre nel blocco che contiene l’ottica si trova solamente il meccanismo del diaframma. E’ quindi agevole realizzare ottiche collassabili come l’Elmar 50 mm - 3,5 o 2,8 – o l’Elmar 90/4. Ma il meccanismo a orologeria che aziona le lamelle dell’otturatore ha dimensioni non trascurabili e quindi un alloggiamento che ne consenta il rientro fa aumentare l’ingombro del corpo macchina.

Tanto per fare un esempio dissacrante, la Comet ha l’obbiettivo collassabile con un semplicissimo otturatore inserito nel barilotto; un’ottica a fuoco fisso su 11 è più ingombrante di uno

jupiter 3 1,5/50 ed è di poco più piccolo

  di un Leica Summicron 2/50.

Alcuni costruttori hanno inserito l’otturatore centrale nel corpo macchina, a tergo dell’obbiettivo: così la Taxona Zeiss (interessantissimo apparecchio che usa pellicola da 35 mm  nel formato 24x24) e ancora la Vito B e versioni derivate, qui a confronto con una Rollei 35.

 

Negli esemplari in mio possesso questa modalità costruttiva, cui sembra connaturale una certa delicatezza del meccanismo le cui lamelle sono esposte alla polvere e .... alle dita maldestre, si è rivelata valida poiché l’otturatore funziona ancora regolarmente dopo 50 anni. La presenza delle lamelle impedisce peraltro il rientro dell’obbiettivo. Solo sulla Vito B e derivate questo può avanzare in blocco dei pochi millimetri necessari alla messa a fuoco, ma l’ingombro esterno rimane notevole.

I progettisti della Rollei 35, al fine di consentire il rientro dell'obbiettivo e ridurre l'ingombro a riposo (si veda il confronto rispetto alla Taxona Zeiss)

 

 hanno realizzato una soluzione geniale quanto pratica separando il meccanismo di regolazione dell’otturatore e relativo movimento a orologeria da quello che comanda il movimento delle lamelle. I primi due sono alloggiati nel corpo macchina, il terzo si trova al riparo fra le lenti dell’obbiettivo e pertanto il barilotto che lo contiene ha un diametro di poco superiore rispetto alle lenti.

Quando l’obbiettivo viene fatto rientrare non vi è alcun collegamento fra le lamelle e il meccanismo di regolazione; quando l’obbiettivo viene estratto e portato in posizione d’uso il collegamento si ottiene mettendo a contatto due leve. Lo scatto fa spostare verso il basso, alla velocità prescelta, la leva collegata al corpo macchina. Riarmando l’otturatore questa ritorna in alto e non interferisce sulla traiettoria dell’obbiettivo rientrante.

 

 In caso contrario

la levetta viene ad interferire con il  percorso dell'obbiettivo in rientro e in caso di forzamento si spezza. Chiudo con una foto da me realizzata che raffigura la situazione con obbiettivo retratto.

 

Come potete vedere la levetta scompare e l'ottica occupa completamente l'alloggiamento ove la stessa si affaccia quando l'otturatore è scarico.

OoOoOoO