Aggiornamento

Digilux II

 

Non ho davvero risparmiato la mia Digilux II poiché ad oggi ho realizzato circa 600 scatti, nelle più varie condizioni e per i più vari soggetti.

Posso quindi aggiornare la mia prova, sulla base di un'esperienza abbastanza significativa.

Ho usato l'apparecchio nelle condizioni più varie, dalle foto di apparecchi, destinate ad arricchire questo sito o quello del Rollei Club, alle riprese dal treno, dal ritratto ai fiori fino alla Pattuglia Acrobatica, ripresa a distanza.

Ho fatto qualche stampa domestica con una ink jet e mi sono affidato al laboratorio, per la stampa su carta fotografica, con risultati veramente significativi.

Ho avuto così conferma della mia primitiva impressione, nel senso che il 35 mm non ha più molto da dire, visto che i risultati offerti dal digitale sono già di tutto rispetto e in pratica, con la stampa in laboratorio, sovrapponibili. E penso che anche la reflex tradizionale, con lo specchio che ad ogni scatto si ribalta per tornare in sede, abbia ormai fatto il suo tempo, attesa la perfezione cui sono giunti i mirini elettronici.

Un discorso diverso va fatto per il 6x6 e soprattutto per la biottica poiché le considerazioni che ho svolto qua e là nel mio sito rimangono pur sempre valide e nessuno schermo a cristalli liquidi potrà mai avere la suggestione della lastrina di messa a fuoco.

Ma questo non vuole essere un riepilogo di cose già dette e quindi, dopo questa premessa, passo a evidenziare le molte caratteristiche positive, e le prime limitazioni, messe in evidenza da un uso abbastanza intenso.

Ho detto di aver scattato circa 600 fotogrammi, per la precisione 595 ad oggi, come posso affermare con certezza poiché malgrado la formattazione della scheda o la sua sostituzione, qualche circuito nascosto conserva in memoria il numero progressivo. Questa caratteristica è interessante, non solo perché dà esatta misura dell'uso della macchina  ma perché ogni fotogramma ha una sua numerazione propria e quindi può essere scaricato nella stessa cartella senza timore di cancellazioni.

Con la macchina mi era stato consegnato un manuale d'istruzioni in inglese e tedesco ma dopo l'invio del modulo contenuto nella confezione mi è stato dapprima inviato per posta elettronica un manuale formato .pdf, poi un cartaceo in italiano e spagnolo, ricco di notizie e, se paragonato alla maggior parte dei manuali che accompagnano i prodotti elettronici, molto chiaro e ben strutturato in modo da consentire di individuare le nozioni fondamentali per l'uso. Direi quasi che alla stesura abbiano collaborato un fotografo tradizionale ed un esperto d'informatica.

L'apparecchio è classificato come 5 Mp che possono sembrare pochi, ora che è iniziata la corsa all'incremento del dato di base. In verità non è così e allo stato della tecnica la risoluzione offerta dalla Digilux II è più che sufficiente per realizzare stampe 50x50, anche con un notevole ritaglio del fotogramma. A formato pieno sarebbe quindi facile ottenere stampe 50x75. Sicuramente da un fotogramma Leica impressionato con un Summicron 50 si può ottenere di più (ma per queste esigenze estreme forse è meglio pensare subito al grande formato). Per la pratica corrente i 5 Mp sono più che sufficienti ed anzi offrono il migliore compromesso tra il peso del file e la qualità delle immagini.

Invero dobbiamo fare i conti con la capacità della scheda di memoria. E' possibile che in futuro vengano realizzati supporti magnetici abbastanza affidabili, della capacità di qualche Gb, ma attualmente le schede di uso corrente offrono molto meno. E poi, ammesso che la scheda non abbia problemi ad ospitare un paio di Gb, si dovrà sempre fare i conti con la capacità di trasferimento offerta da un cavo USB, quindi con la capacità della memoria di  massa, la memoria RAM disponibile, la velocità di elaborazione.  Sicuramente fra qualche anno queste limitazioni, inevitabili, si sposteranno verso l'alto, ma allo stato attuale un file di 5 Mp è già troppo pesante e quindi è inutile andare oltre. Anzi, in base alla mia esperienza, è opportuno predisporre la macchina ad una percentuale bassa di compressione, in modo da disporre, su una scheda da 63 Mb, di circa 30 fotogrammi. In pratica con due schede da 64 Mb e una da 256 ho una riserva di oltre 200 scatti, 5 - 6 caricatori 24x36. Non ho avuto difficoltà a realizzare ingrandimenti 30x30 con un taglio senza risparmio (sono noto come maniaco del quadrato) e quindi continuo a lavorare in questo modo, senza avvertire limitazione di sorta.

I vecchi fotografi hanno una vera e proprio terrore delle batterie e per il timore di restare a secco sul più bello ne portano una scorta e in più un apparecchio  tradizionale, di quelli che non restano mai a secco. Mi sono quindi procurato subito una batteria di scorta e non la lascio mai a casa, ma devo riconoscere che nel caso della Digilux si può anche avere più fiducia. Ho già detto che per abitudine tengo spento il display,   del quale mi servo solo per cambiare le regolazioni o per qualche presa a braccia tese sopra la testa. Tengo anche disinnestato l'autofocus (che in pratica uso solo per le foto di bambini in rapido movimento o per le riprese di altri apparecchi a distanza ravvicinata. Ma pur con questo non trascurabile risparmio di energia ho constatato che la prima tacca  si spegne dopo una sessantina di scatti, parte dei quali con l'assistenza del flash e la seconda ben oltre dopo i cento: a questo punto per ovvie ragioni io cambio batteria e provvedo alla ricarica, ma ho l'impressione che prima dell'esaurimento si possano fare circa 150  scatti; di fatto ricordo di aver operato non più di quattro ricariche ma la batteria in uso ha ancora due tacche e quella di scorta è pronta per la sostituzione.

Ho acquistato la batteria di scorta per eccesso di cautela e ovviamente sono ben contento perché essa mi  garantisce in ogni caso  il funzionamento dell'apparecchio. Ho invece sentito la necessità di un accessorio del quale in 55 anni di attività di fotoamatore avevo tranquillamente fatto a meno. Mi riferisco al filtro ND.

Il diaframma della Digilux II non si chiude oltre 11 e questo pare sia frutto di una razionale scelta costruttiva poiché i sensori non gradiscono i diaframmi troppo stretti e risentono degli inevitabili fenomeni di diffrazione. La latitudine di posa degli apparecchi digitali è più o meno la stessa della pellicola per diapositive, cioè piuttosto modesta e in particolare non tollera la sovraesposizione. Di regola non vi sono problemi poiché l'otturatore consente tempi rapidissimi e un diaframma 11 risulta più che sufficiente. Ma se esigenze di resa del soggetto (si pensi all'acqua di una fontana, per scendere ad un caso concreto col quale mi sono confrontato di recente) suggerisce un tempo breve, intorno a 1/30, l'immagine risulta illeggibile, pur se la sensibilità della pellicola è regolata su 100 ASA. La soluzione sta nell'acquisto del filtro ND, caratterizzato da un fattore 8x, in pratica tre stop, fornito dalla Leica al prezzo, per vero non modesto, di 100 euro. L'attacco è a vite e il filtro viene protetto dal paraluce. In questo modo è possibile operare con tempi uguali alla metà di quel che ci consentirebbe un diaframma 22.

Tra gli accessori di cui conto di munirmi a breve, anche se non strettamente necessari, vi sono il filtro UV e il filtro polarizzatore. 

 Ho acquistato su eBay (item 3824719445 venditore screenprotector 2048), una coppia di protezioni per lo schermo LCD, L'investimento è stato modesto, euro 8,51 con spese spedizione e ne è valsa la pena poiché lo schermo è così protetto da segni e graffi, pur rimanendo ben visibile. Unica riserva, comune purtroppo a molti acquisti su eBay: il venditore, pur se evidentemente soddisfatto delle qualità di  compratore del sottoscritto visto che, incassato il denaro, ha spedito la merce, non mi ha ancora rilasciato il feedback positivo che pure penso di meritare. Questa prassi sembra essere molto diffusa: si e no un terzo dei venditori dai quali ho acquistato merce alle aste di eBay mi ha rilasciato il feedback positivo dopo aver ricevuto il denaro. Altri lo hanno fatto dopo che io, ricevuta la merce, mi sono dichiarato soddisfatto, altri attendono pazienti che io scopra le mie carte. A questo punto ho deciso di non rilasciare feedback positivo pur se la merce ricevuta è buona o quanto meno accettabile, fino a quando il venditore non si sia espresso favorevolmente nei miei riguardi. Nel caso di screenprotector 2048, il giudizio positivo e meritato, per la validità del materiale e la sollecitudine nell'invio, viene dato da questo sito.

Segnalo infine l'esistenza di una borsa bauletto dedicata, molto bella e in materiale di pregio. E' piaciuta molto a mia moglie ma io ho qualche riserva poiché l'apparecchio, all'introduzione e all'estrazione, tocca  le due cerniere. Non succede nulla ma il timore di qualche graffio guasta il sonno a coloro che considerano la Leica un oggetto sacro .

Ho finito per lasciare in vetrina la borsa dedicata: preferisco uscire con una borsa pluriuso, con divisorio dello scomparto centrale, che può essere spostato fino a dar luogo ad una comoda tasca per le schede e per il filtro. Nella tasca esterna trovano posto  la batteria di scorta,  protetta da  un borsetto per pile, e uno stativo con testa a snodo

Il tutto per un peso complessivo di kg, 1.500.

In pratica con la mia attrezzatura la Digilux è in grado di affrontare qualsiasi situazione per circa 200 - 250 scatti che non sono poi tanto pochi per l'amatore e anche per il professionista.

 OoOoOoO

 

 

Torna alla prova della Digilux II