La bicicletta elettrica

Si deve riconoscere che le istituzioni comunitarie hanno dato un impulso decisivo per un ammodernamento tale da agevolare il migliore impiego del più antico mezzo a due ruote quando hanno impegnato gli Stati membri ad emanare disposizioni semplici quanto razionali.

L'art. 50 del Codice della Strada, così come modificato con la legge comunitaria 2003, fa rientrare tra i velocipedi quei mezzi dotati di motore elettrico ausiliario a condizione che lo stesso abbia una potenza non superiore ai 250 watt, riduca gradatamente l'assistenza quando la velocità di approssima ai 25 kmh fino a interromperla del tutto al raggiungimento di tale limite, fornisca potenza solamente fino a quando la pedaliera viene azionata dal conducente. Se vengono rispettate queste condizioni, tutt'altro che penalizzanti, il mezzo non è soggetto ad alcuno fra gli obblighi tipici del ciclomotore. Non vi è obbligo di omologazione, non è dovuta la tassa di circolazione, non vi è obbligo di casco e neppure di assicurazione e se volete stare tranquilli potete stipulare la polizza così detta del capo famiglia e coprirvi, con una spesa di circa 100 euro per anno, dai rischi più vari oltre a quello derivante dall'uso del velocipede.

Un veicolo del genere può entrare nei centri storici, salvo che vi siano limitazioni anche per le normali biciclette, può utilizzare le piste ciclabili, può percorrere sentieri normalmente inaccessibili alle autovetture, se condotto a mano ha i diritti propri del pedone e può utilizzare i relativi attraversamenti.

Il fotoamatore che vuole esplorare i dintorni, alla ricerca di quel particolare che gli era sfuggito viene così ad avere tutti i vantaggi della bicicletta ma può anche contare su un'assistenza fornita dal motore che gli consente di non preoccuparsi del vento contrario, di pendenze non del tutto modeste, di quei falsopiani  che fanno apparire agevole il viaggio di andata e presentano il conto al ritorno.

Ma prima dell'acquisto è bene valutare in modo approfondito le proprie esigenze per non andare incontro a delusioni.

Un qualsiasi veicolo elettrico deve disporre di un motore, un gruppo accumulatori, una elettronica di gestione, un congegno che comandi l'entrata in funzione del motore. Il punto debole è dato ovviamente dalla batteria la cui durata in genere non supera i due anni. Ma per la bici elettrica si può ripetere quel fenomeno che già ho segnalato per le compatte digitali, della irreperibilità di un ricambio originale, sia pure al costo indicato dal costruttore, spesso sproporzionato rispetto al valore residuo del veicolo. Anche la centralina può guastarsi per una qualsiasi ragione e l'unico rimedio è la sostituzione, sempre che si riesca ad avere il ricambio. Secondo notizie raccolte il meccanismo che regola l'accelerazione, oltre che vietato dalla legge, è soggetto a facili guasti. Insomma, prima di decidere l'acquisto è bene verificare che il venditore assicuri un'effettiva assistenza e non si limiti ad offrire quella fantomatica garanzia che consiste nella spedizione dell'oggetto al costruttore o all'importatore a proprie cure, con la speranza di riaverlo riparato col solo carico delle spese di restituzione.

Altro problema è quello della possibilità di utilizzare la propria forza fisica non solo per far girare i pedali in modo da attivare il motore e mantenerlo in funzione ma soprattutto per offrire un effettivo ausilio e anche per rientrare a casa nell'ipotesi non irreale che la batteria abbia esaurito ogni riserva di energia. In pratica si deve verificare che il veicolo offerto sia davvero una bicicletta assistita e non un ciclomotore elettrificato che, in caso di mancato funzionamento del motore,   si può usare solo a prezzo di sforzi eccessivi.

In questo campo Altair è in grado di sollevare dei problemi ma non pretende di offrire soluzioni di portata generale: l'assoluta indipendenza gli consente di dire bene o male di qualsiasi prodotto e la conoscenza dei propri limiti gli impedisce di andare oltre i limiti delle cognizioni acquisite e delle concrete verifiche. Si accinge quindi a parlare della trasformazione, avvenuta con piena soddisfazione, di una normale bicicletta in una bici elettroassistita.

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