Perché un sito personale?

Dialogo di un lettore di varia umanità con una scrittrice fuori dal coro
Camminare
La fotografia
L'attesa
Infine il romanzo
Hanno detto del Nespolo
Avrà un seguito?
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Gabriella Schelotto scrittrice

fuori dal coro

 

 

 

Camminare

 

Alla fine del giorno la paura della notte, la paura del sonno, la paura dei sogni. Dopo un angosciante passaggio metterò in scena infinite moltitudini, non delineati eppur precisi

spazi interni: paesaggi e passaggi segreti, profondità di lutti oscuri e definitivi come una pietra tombale. E amori indicibili, gonfi e splendenti come i torrenti dell’infanzia. Abbracci unici, violazioni impossibili. Divisioni e allontanamenti, vicinanze intime come il respiro di un nuovo nato.

Salirò ancora una volta le scale del mio giardino, quelle scale che nemmeno in sogno mi è concesso riparare: c’è sempre una voragine spaventosa in un tratto, verso la fine; al di sotto è tanto buio e la mia  breve falcata non riuscirà a gettare un ponte oltre quel buco nero, spaventoso. Sono solo una bambina, ma un attimo dopo sono  devastata da una disgustosa decrepitezza: il mio viso è percorso da rughe così profonde che mi intessono rilievi bruniti e vergognosi;  invecchiata nel tempo compresso di un sussulto, la  voce  fioca e rauca, le gambe appesantite e bloccate al passo. Proprio come l’uomo dei viaggi restano legate da funicelle invisibili e robustissime. Non posso più camminare.

 

 

 

 

 

 

 

 

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