Uno strano obbiettivo

 

Chi fa collezionismo fotografico, a qualsiasi livello, deve sempre ripetersi: non fare acquisti se non hai la capacità di non arrabbiarti per le fregature e da quelle che prendi cerca di trarre opportuno insegnamento. Qualche anno addietro ero alla ricerca, e ancora non l'ho trovato, di un grandangolo da 28 mm leggero e  non ingombrante, magari non molto luminoso ma non troppo costoso.

E' nota l'esistenza di un obbiettivo russo jupiter 28/6, non facilmente reperibile, e quindi ho girato la domanda a persona che in altre occasioni mi aveva servito bene. Mi è stata inviata la foto di un Industar 28/2,8, con attacco a vite 39/1 offerto ad un prezzo concorrenziale rispetto a quello di regola richiesto per lo jupiter. Ho ... abboccato ed ho ricevuto per posta l'oggetto,

 in condizioni estetiche piuttosto buone.

Ma quando ho montato il nuovo acquisto sulla  Bessa L ed ho scattato alcune foto ho scoperto che mentre l'immagine era ben nitida al centro la copertura  si andava riducendo ai lati del rettangolo fino ad annullarsi.  Ho ripetuto la prova con gli stessi risultati. Un amico buon conoscitore delle ottiche russe ha escluso un difetto di fabbrica ed ha ipotizzato uno smontaggio maldestro, del quale invero non si vedevano segni.

Ho sistemato quell'obbiettivo su un corpo Zorki, quale tappo da esposizione ed ho utilizzato altre ottiche.

Ma la risposta ai dubbi iniziali l'ho avuta quando, nella rubrica Camera Antiquarius, su Fotografare di febbraio 2005, ho letto la descrizione della Belomo Chajka mezzo formato, corredata da una foto dell'ottica, montata sul corpo macchina e rimossa dallo stesso, che inequivocabilmente indicava trattarsi dello stesso obbiettivo da me confinato in armadio.

Conclusione: si trattava di un obbiettivo"normale" per il formato 18 x 24 il quale ovviamente mostrava i suoi limiti sul formato 24x36.

A questo punto ho conservato l'obbiettivo come pezzo da collezione, per vero pagato abbastanza caro, e anzi ho acquistato su eBay, per lo stesso scopo  una Cyaika 2 M,

 modello con ottica fissa. E quando ho potuto disporre della Epson RD1 ho fatto alcune foto per verificare il rendimento e la copertura offerta da questa ottica pensata per il mezzo formato.

Ovviamente la prova è poco più che un gioco però se ne può trarre qualche  insegnamento.

Nel novembre 2005 avevo messo in linea un test casalingo sulle prestazioni degli apparecchi digitali in mio possesso ed avevo realizzato alcune foto al fine di evidenziare che la qualità dell'immagine dipende dall'ottica prima che dai pixel del sensore. La Epson RD1 era stata a tal fine equipaggiata con un Tri Elmar regolato su 50mm. Ma lo stesso soggetto

 era già stato mesi addietro fotografato con l'Industar 28/2,8, in diverso orario, quasi sul tramonto. Vi propongo le due foto a formato pieno e i particolari ingranditi

 L'esito del confronto è scontato; però si deve riconoscere che il modesto Industar sul sensore formato APS ha una vignettatura non troppo marcata e il particolare ingrandito è quanto meno presentabile. Dovete considerare che la messa a fuoco è avvenuta a occhio poiché  l'obbiettivo russo non agisce sul telemetro. L'immagine è comunque gradevole, nei primi piani e nello sfondo.

Ma ulteriori sorprese si hanno se si mettono a confronto due foto dello stesso soggetto realizzate con la Epson RD1 equipaggiata con l'Heliar 15

 e con  l'Industar 28

Appare evidente che sul formato APS il modesto Industar soffre assai meno di vignettatura rispetto al sofisticato e modernissimo Heliar 15.

 La  conclusione?

Le ottiche russe non vanno mai sottovalutate. Anzi conviene conservarle quanto meno per avere un termine di confronto.

* * * *

 

 

 

Sincronizzazione

 

Regolazione sul primo fotogramma

 

La scala di profondità di campo

 

L'allarme rosso sull'obbiettivo

 

Gli attacchi per la cinghia

 

La borsa pronto

 

 

La sincronizzazione

 

 

La lastrina di messa a fuoco

 

OoOoOoO

 

 

Antefatto

Come, quando, perché Rollei

Diavolo di un Mutar

Elogio della Rolleicord

La Rollei che vorrei

Una bella coppia

Quale Rollei (e quante)

Rollei un mito che è ancora realtà

Il mercato delle vecchie rollei

La rollei e il flash

Dove trovo la mia (o le mie) Rollei