Tre anni dopo !!

 

E invece l'esperienza del veicolo ibrido riprende con molto ritardo ma con interessanti sviluppi.

Un poco di storia personale. La vecchia Atala sembrava aver trovato nuova gioventù fino a quando una graziosa fanciulla che guidava una Punto e al contempo usava il telefonino ha ritenuto superfluo rispettare uno stop mentre Altair elettroassistito, fidando nel diritto di precedenza, procedeva pedalando. Tutto è finito bene ... un freno ha ceduto all'energica sollecitazione ma i piedi a terra e una opportuna sterzata hanno evitato la collisione.

Altair, dopo aver rivolto reverenti pensieri alla genitrice della pulzella, ha dovuto riconoscere che i freni delle bici più moderne hanno prestazioni ben diverse; ha tentato una riparazione e poi, ha ritenuto soluzione migliore quella di recuperare il kit, regalare la vecchia Atala e programmare il montaggio su una bici più moderna. Ma i buoni propositi non sempre vengono attuati e così sono passate due stagioni nel cui corso Altair si è divertito con una bici pieghevole, con una pieghevole elettrica e infine ha completato la sua dotazione con una bicicletta nata come elettroassistita, di cui vi parlo nella pagina appena richiamata. Rimaneva il rimpianto di quel mezzo che era bicicletta a tutti gli effetti e solo forniva una discreta assistenza, fino alla velocità critica di 25 kmh, consentendo però, grazie all'ampia scelta di rapporti, di forzare l'andatura premendo sui pedali e  garantiva,  in caso di stanchezza improvvisa,  la possibilità di ridurre l'andatura, utilizzare un rapporto più corto e affidare la maggior parte del lavoro al motore. Il pacco delle batterie è stato caricato ogni tanto, in attesa di tempi migliori, che finalmente sono giunti.

Una mattina Altair si è chiuso nel garage assieme ad una bici più moderna già ampiamente sfruttata nella sua configurazione originale e, con un paio d'ore di lavoro, ha ottenuto il risultato che potete vedere.

Si segnala che la stampella con regolazione telescopica risulta sufficiente a sostenere il complesso malgrado l'aumentato peso.

 Un particolare di aspetto sgradevole e funzionalità non eccelsa era la centralina, montata sul manubrio con fascette metalliche, poco stabile e con difficoltà di lettura dei led di stato. Con l'impiego di due staffe a L è stato realizzato il montaggio all'interno del cestino portapacchi.

 

I led sono ora più visibili, il complesso è stabile e ben protetto, i fili sono coperti dal materiale plastico appoggiato sul fondo del cestino, il design piuttosto spartano non dà fastidio.

L'ampia gamma di rapporti consente di dosare gli apporti dell'energia umana ed elettrica in modo da procedere a velocità ridottissima o se si preferisce sostenuta, in piano come in discesa e in salita.

Le tre batterie da 12 V 7 A ciascuna prendono ancora la carica ed hanno consentito il collaudo del complesso. Ovviamente Altair non si è allontanato troppo e non ha tentato la verifica dell'autonomia residua. Ha ordinato invece una nuova serie di batterie e sta pensando  come installarle entrambe, in modo da disporre di una riserva di energia.

Infine ha sostituito il reggisella originale con altro ammortizzato, con notevole vantaggio per la meccanica e per ... le ossa del conducente.

Ed ora una prova comparativa tra la mia bici ibrida e una elettroassistita modernissima, nata come tale e però prematuramente demolita a vantaggio della creatura artigianale.

E gli aspetti legali?

OoOoOoO